Il Patrimonio naturale dell'isola di Meleda

L'isola di Meleda è situata dalla parte meridionale dell'Adriatico ed è un’isola situata nel mare aperto, il che determina il suo clima e la vegetazione. È famoso per il suo patrimonio naturale: laghi, porti naturali, sorgenti di acqua potabile, paludi di acqua salata, ripide coste rocciose, boschi conservati di leccio e pini d'Aleppo, ricchezza del fondo marino, grotte e insenature sabbiose. Per questo motivo nel 1960 la parte nordoccidentale dell'isola, di una superficie di 3000 ettari, fu dichiarata parco nazionale. A quel periodo risale anche l'Ente pubblico, che prende cura della conservazione del patrimonio naturale; svolge l'attività di protezione della natura ed esegue le attività relative. Un'attenzione particolare si presta alla protezione dei boschi dagli incendi. Con una tale protezione sistematica si cerca di conservare la vegetazione dall'estinzione e di assicurare le condizioni necessarie per la conservazione della diversità biologica.

La particolarità del terreno dell'isola di Meleda è il suo carattere collinoso, e la vetta più alta è Veliki grad, di 514 m di altezza, che si trova nella parte centrale dell'isola. Le rocce sono di tipo dolomitico e calcareo, e il suolo prevalente è terra rossa, nonché il suolo bruno sopra il calcare. Nel territorio dell'isola non vi sono i suoli impermeabili, per cui non esistono i corsi d'acqua, ma vi sono più sorgenti d'acqua potabile. Il Grande Lago e il Piccolo Lago dalla parte nordoccidentale dell'isola sono infatti le doline carsiche allegate dal mare. La costa dell'isola di Meleda è eccezionalmente articolata; abbonda di isolotti, insenature, scogli e porti naturali.

L'isola di Meleda appartiene alla zona climatica mediterranea, con un clima determinato “Csa” secondo la classificazione di Köpen, chiamato anche il clima di olivi.

Le ricerche più recenti relative all'isola di Meleda sono state fatte attorno all'anno 1980. Sono state le opere degli studiosi Ljerka Regula e Ljudevit Ilijanić (1984) e del professor Ivo Trinajstić (1985). Negli Atti del simposio svoltosi sull'isola di Meleda nel 1995 è stata pubblicata l'opera della professoressa Zinka Parletić (1995) sulle specie di flora in via d'estinzione, mentre il professor Ivo Trinajstić nel 1995 ha pubblicato un'opera sulla vegetazione di Meleda. Negli ultimi tempi, nel 2003 e 2004, le particolarità della vegetazione di Saplunara sono state esplorate da Alegro, Biljaković, Bogdanović e Boršić.

La fauna

Il mondo degli animali ricco ed interessante dell'isola è tuttora inesplorato.

La popolazione delle vipere è stata diradata (non vi sono più i serpenti velenosi) dopo l'introduzione delle manguste (Herpestes auropunctatus) nel 1909. Dopo un aumento iniziale, la popolazione delle manguste pian piano si è messa in equilibrio con l'ambiente naturale. Dalla specie di rettili, vi si possono trovare ramarro orientale (Lacerta viridis), Lacerta oxycephala, lucertola adriatica (Podarcis melisellensis) e geco verrucoso (Hemidactilus turcicus).

Dai mammiferi vi si possono trovare topo selvatico dai denti larghi orientale (Apodemus mystacinus), riccio comune (Erinaceus europeus), più specie di pipistrelli (Chiroptera), ghiro (Glis glis), faina (Martes foina) e lepre comune (Lepus europaeus). Il daino (Dama dama) è stato portato sull'isola dopo la Seconda guerra mondiale, e di recente vi si può incontrare anche il cinghiale (Sus scrofa).

Il mondo degli uccelli è molto ricco e svariato, sopratutto nel periodo di migrazioni.

Il mare che circonda l'isola si distingue per una fauna ben conservata, propria dell'Adriatico meridionale.

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